L'agricoltura come strumento di integrazione: lunedì prossimo, 6 marzo, in un vigneto di Tramatza, nell’azienda della famiglia Orro, Osvic e Coldiretti Oristano avviano una collaborazione relativa l’inclusione sociale. Beneficiari alcuni giovani tra richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria, ospiti di un Centro di Accoglienza Straordinaria della Provincia di Oristano.

L’attività sviluppata da Osvic e Coldiretti Oristano prevede un ciclo di incontri di orientamento alla formazione professionale in sinergia con alcune aziende agricole del territorio. L’ azienda vitivinicola curata da Davide Orro è la prima ad essere coinvolta nel progetto.

Un progetto che risponde all’esigenza, espressa dai destinatari dell’azione, di avere informazioni specifiche relative le varie professionalità che il modo agricolo sviluppa. L’obiettivo dell’iniziativa è infatti quella di fornire strumenti professionali ed esperienziali ai giovani ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria, così da acquisire consapevolezza delle opportunità da un punto di vista lavorativo, con il fine di promuovere la loro autonomia ed integrazione.

Si rafforza in questo modo una sinergia avviata da tempo tra Osvic e Coldiretti. Una sinergia che in passato ha avviato la realizzazione di orti famigliari in Kenya e di azioni di solidarietà nelle quali le eccellenze del mondo agricolo oristanese sono diventate strumento di solidarietà ed inclusione sociale. La nuova iniziativa si colloca all’interno del progetto Osvic “Tabulè: percorsi di autonomia ed integrazione strutturati per richiedenti asilo,rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria”, co-finanziato dalla Fondazione di Sardegna. La strategia di intervento scelta dall’Organismo Sardo di Volontariato Internazionale prevede un approccio integrale in cui saranno coinvolti istituzioni, enti formativi e caritativi, associazioni, aziende. Un approccio che intende valorizzare il dialogo con le comunità locali.